domenica 6 gennaio 2008

Introduzione alla Divina Commedia



La Divina Commedia è l’opera più importante di Dante e dell’intera letteratura italiana. Nelle tre parti dell’opera: Inferno, Purgatorio e Paradiso, viene raccontata la discesa negli inferi di Dante, la salita sulla montagna del Purgatorio, e, per ultimo, l’arrivo nel Paradiso. Non è la prima volta che in un opera letteraria viene narrata la discesa nell’oltretomba. Già Omero nell’Odissea aveva descritto l’incontro tra Odisseo e le anime dei morti, tra cui quella dei suoi genitori e di Achille; lo stesso Enea, nell’Eneide, era disceso nel regno dell’oltretomba dove aveva ritrovato suo padre.
Tutto inizia durante la notte del venerdì santo. Dante si smarrisce in una selva oscura ed intricata e non riesce a ritrovare la via. Ha paura, nel bosco non c’è luce e non ci sono sentieri; si scoraggia e pensa che tutto sia perduto. Ad un tratto però, mentre vaga per il bosco, si trova ai piedi di una collina, che è illuminata dal sole che sta nascendo. Dante allora sale per la collina, ma ecco che ad un certo punto tre fiere (belve) gli impediscono di proseguire. Le tre fiere sono la lonza (ghepardo), il leone e una lupa. Appare allora provvidenzialmente Virgilio, che per volontà di Beatrice (la donna amata da Dante ormai in paradiso), è uscito dal Limbo ed è venuto in soccorso di Dante. Vedersi davanti questa figura incorporea, provoca in lui un misto di sbigottimento e di gioia; Virgilio è infatti morto ben 13 secoli prima che Dante vivesse. Il sommo poeta latino è per Dante un vero e proprio maestro; Dante ha infatti letto durante la sua giovinezza l' Eneide e prova per il maestro grande ammirazione. Virgilio invita Dante a seguirlo per quello che sarà il viaggio più stupefacente che un essere umano in carne ed ossa possa fare, non prima di aver vinto le resistenze e le paure del poeta fiorentino.
Questa è la vicenda. La Divina Commedia non si esaurisce però nella vicenda, ma va capita facendo una lettura allegorica del testo, che sappia cioè cogliere il significato profondo dell’opera. L’allegoria è una figura retorica con cui si esprime un concetto attraverso un’immagine. Ad esempio in Dante la selva oscura rappresenta il peccato. Il concetto di peccato è quindi rappresentato da una selva oscura ed intricata, in cui l’uomo finisce quando smarrisce la retta via, ossia i comandamenti e l’insegnamenti di Dio. Le tre fiere: la lonza, la lupa e il leone, rappresentano rispettivamente i peccati della lussuria (quando l’uomo perde il controllo delle proprie passioni), l’avidità (quando l’uomo è troppo attaccato ai beni materiali) e la superbia (quando l’uomo presuntuosamente si attribuisce qualità che nella realtà non gli appartengono). Le tre fiere sono si i tre animali che impediscono a Dante la salita, ma rappresentano anche allegoricamente i tre peccati menzionati. Virgilio stesso è sia il grande poeta che aiuta Dante, ma rappresenta allegoricamente la ragione. La ragione è quella facoltà che ci permette di riflettere sulle nostre azioni e di prendere la giusta decisione. Di solito si la ragione viene contrapposta all’impulsività. Si dice di una persona che è ragionevole, quando questa prende delle decisioni dopo averci pensato bene. Mentre la persona impulsiva è quella che agisce senza pensarci. Un esempio di impulsività è quando commettiamo delle azioni che si dimostrano poi dannose a noi stessi, come quando tralasciamo i nostri doveri per dedicarci completamente agli svaghi. Quindi Virgilio che salva Dante, significa allegoricamente l’uomo (Dante) che può risollevarsi dal peccato attraverso la ragione(Virgilio).
Tutta la Divina Commedia può essere letta sia come il viaggio che Dante compie nell’oltretomba, sia allegoricamente, come l’uomo che si salva dal peccato attraverso la salita dall’inferno al paradiso, ossia la salita verso Dio. L’uomo che sceglie Dio si salva dal peccato.

Alessandro Altieri



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