lunedì 17 marzo 2008


L'EPICA CAVALLERESCA






L'epica cavalleresca è un genere letterario in cui vengono narrate le imprese eroiche di cavalieri.
Questo genere nasce in Francia tra il X e l' XI sec. d.C. e si sviluppa in due filoni: il ciclo carolingio e il ciclo bretone. Nel ciclo carolingio si racconta soprattutto delle vicende legate alla figura di Carlo Magno e dei suoi paladini, primo fra tutti Orlando. Nel ciclo bretone è invece centrale la figura di Artù e delle vicende legate ad esso. Ma le differenze tra due cicli non sono soltanto a livello di personaggi, ma riguardano anche i temi trattati. Infatti se nel ciclo carolingio sono più presenti i valori cavallereschi, come ad esempio l'onore militare, il coraggio e la lealtà verso il proprio re; in quello bretone invece troviamo maggiormente i temi dell'amore ( ad es. la storia di Lancillotto e Ginevra) e la magia ( mago Merlino) che rendono le vicende più simili ad una fiaba.

Orlando è il protagonista della Chanson de Roland che racconta dell'agguato subito dalla retroguardia dell'esercito di Carlo magno a Roncisvalle, nei Pirenei, ad opera dei Saraceni. In quell'agguato morirono Orlando e tutti i paladini. E' interessante notare che Orlando non è un personaggio totalmente inventato, ma è realmente esistito. Ci fu effettivamente un agguato subito dalle truppe di Carlo Magno in cui persero la vita degli eroi e tra questi Olando, che era in quel tempo prefetto della Marca di Bretagna.


Accanto a Orlando un altro grande eroe della cavalleria è Artù. Anch'esso, come Orlando, è un personaggio in parte reale, vissuto sembra nel 500 d.C., in parte frutto di invenzione. La leggenda narra che Artù, cresciuto da Mago Merlino, raggiunse la posizione di re quando riuscì ad estrarre la mitica spada Excalibur dalla roccia, che poteva essere estratta soltanto dal futuro sovrano. Successivamente Artù si sposò con Ginevra e istituì la celebre Tavola Rotonda. Uno dei cavalieri appartenenti a questa tavola, Lancillotto, si innamorò poi della regina Ginevra e questo amore clandestino portò scompiglio a Camelot.

domenica 16 marzo 2008

Poesia e immagine: "Ritratto della mia bambina" di U. Saba

(disegno di Alessandro della classe III C. La scelta è ricaduta su questo disegno perchè l'idea di mettere la bambina su di una nuvola, ben interpreta il senso di leggerezza che il poeta vuole esprimere attraverso i suoi versi.)

La mia bambina con la palla in mano,
con gli occhi grandi colore del cielo
e dell’estiva vesticciola: "Babbo
-mi disse – voglio uscire oggi con te"
Ed io pensavo : Di tante parvenze
che s’ammirano al mondo, io ben so a quali
posso la mia bambina assomigliare.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma
che sull’onde biancheggia, a quella scia
ch’esce azzurra dai tetti e il vento sperde;
anche alle nubi, insensibili nubi
che si fanno e disfanno in chiaro cielo;
e ad altre cose leggere e vaganti.
U. Saba



Considerazioni su "Ritratto della mia bambina"
(Lavoro svolto dalla III C della Scuola Elementare di via Graf a cura della ins. Stefania Giacalone)
Dopo aver letto alcune volte la poesia, chiariti i termini che parevano di difficile comprensione, ho posto le seguenti domande:



Come immaginiamo la vesticciola della bambina?
Fatta di velo (Alessandro)
Sbracciata, smanicata (Marika, Marco)
Una vesticciola con le bretelle (Aurora)
Di colori caldi…-poi si accorge-..no,è azzurra (Alessandro)
Cosa hanno in comune la bambina e gli elementi naturali a cui viene paragonata?
Tutti non si possono toccare, sono impalpabili (Andrea R.)
Sono cose alte, che vanno in alto, leggere (Andrea C.)
Si muovono, vengono portati

In che senso la sua bambina è leggera? E' magra?

No, è sensibile, carina, delicata (Ettore)
E' leggera come una bambina, allegra (Alessia, Gaia, Aurora, Ida)
Porta colori chiari, che danno un senso di leggerezza (Francesca)
Il poeta usa tanto il cielo, perché sono tutte cose che vanno in cielo (Marco)

Guardiamo insieme dove il poeta inserisce la parola cielo…(notano la posizione in punta sia del v.2,che del v.12)

Vi è piaciuta questa poesia?

Mi è piaciuta, perché ha delle similitudini delicate (Gaia)
E' armoniosa, leggera (Alessandro)
Mi piace, perché paragona la figlia alla natura. E'una poesia tranquilla(Marco)
E' come una musica, scorre, senza interruzioni (Andrea)
(qui ho parlato della musicalità dell'endecasillabo. Abbiamo provato a contare le sillabe e a vedere quali si accentano)
Mi piace il modo in cui descrive sua figlia (Marika)
Ha trovato sinonimi dolci, come "insensibili nubi" (Alessia)
Mi è piaciuta (Ossama)
E' una poesia leggera, non come quella del mare, che abbiamo letto l'altra volta (Francesca, Antimo)